Haydn String Quartets Op. 3, 64, 76 - Classical Music CDs for Relaxation & Dinner Parties | Perfect for Music Lovers & Collectors
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L'album, appartenente alla collana "Historical Performances" di Arkadia, presenta quattro quartetti di Haydn in esecuzioni live del Quartetto Italiano, riprese in uno dei suoi periodi di maggior forma artistica (1969-70, l'epoca delle grandi imprese beethoveniane e mozartiane).Le musiche di Haydn, purtroppo, non sono state fra i centri d'interesse preminenti della nostra massima formazione cameristica, il cui repertorio, salvo errori, ha preso in considerazione solo nove composizioni su un ciclo di oltre ottanta (op. 3 n. 5, op. 33 n. 2 e 3, op. 64 n. 5 e 6, op. 76 n. 2,3,4, op. 77 n. 1 - dati desunti dall'appendice del vol. di G.A. Borciani, Il Quartetto Italiano. Una vita in musica , ed. Aliberti 2002): e spesso si è trattato di approdi episodici, confinati nella prima o nell'ultima fase della carriera. Gli esiti artistici, quasi inutile dirlo, sono anche qui superlativi, ma troppo circoscritti sul piano quantitativo per poter costituire una vera e propria chiave di volta nella storia dell'interpretazione come le integrali di Mozart e Beethoven o gli ultimi quartetti di Schubert: si tratta piuttosto di vertici isolati (su tutti, gli op. 76 n. 3 e 4 incisi nel 1976).Che altri fossero gli autentici interessi dei nostri interpreti, è del resto testimoniato anche dalla scelta dei brani presenti nel nostro album. Di essi, due sono quasi d'obbligo: da un lato il caposaldo più organico e grandioso, il quartetto Imperatore; dall'altro la pagina più immediata e orecchiabile, la "Serenata" in fa maggiore op. 3 n. 5, incarnazione ipertipica dello stile galante preclassico, che peraltro non è neppure opera di Haydn bensì di padre Romanus Hofstetter. Ad attestare una vera scelta di campo sono invece gli altri due quartetti, forse i più dichiaratamente mozartiani che Haydn abbia composti: l'op. 64 n. 6 si apre riprendendo il tema iniziale del quintetto con clarinetto e si conclude con quello del finale del quintetto K. 614 (a sua volta imparentato con un tema dell'op. 33), mentre l'op. 76 n. 2 in re minore, nei primi tre tempi, guarda non meno dichiaratamente al K. 421 nella medesima tonalità (il cui finale aveva a sua volta reso grandiosamente omaggio a un altro tema dell'op. 33). Insomma, ci vuol poco a capire che i sommi interpreti di Mozart prediligevano nettamente l'Haydn più mozartiano.Le incisioni dal vivo sono sempre istruttive perché insegnano a distinguere chi rende di più in concerto e chi in sala di registrazione (e di questi ultimi, fatte salve le debite eccezioni, è buona norma diffidare). Per il Quartetto Italiano, il livello si conferma egualmente alto in entrambe le sedi, con la sola differenza che in concerto vengono spesso tagliati i ritornelli delle esposizioni (si vedano qui ad es. i primi tempi dei due op. 76), il che può a volte dare una lieve impressione di minor tenuta strutturale. Ma si tratta di un fattore soggettivo: si può star certi, per esempio, che al riguardo Pestelli e Isotta esprimerebbero due pareri antitetici.